martedì 2 giugno 2020

Ricucire l'economia del Paese dopo la Seconda Guerra Mondiale

Siamo ancora collegati, e proseguiamo il nostro viaggio con un'altra piccola parentesi!

Diversi post fa, avevamo visto come, dopo l'unità, servisse potenziare le infrastrutture, in particolare le ferrovie, per ricucire le diverse parti del territorio italiano. Ebbene, non fu solo il periodo post-unitario a necessitare di una forte ripartenza ed evoluzione dell'Italia, ma il nostro Paese conobbe un altro periodo nel quale servì una spinta forte per far ripartire il Paese dopo uno dei periodi più cupi della storia nazionale e mondiale: il secondo dopoguerra.


E a tal proposito, ancora una volta nella storia dell'umanità, ecco che l'arte del cucire si ritaglia un ruolo da assoluta protagonista; come riporta l'Enciclopedia Treccani, "...lo sviluppo economico italiano si manifesta nel quinquennio 1948-1953 con la diffusione delle macchine da cucire a pedale (quelle elettriche costano troppo)...". Questa epoca di grande sviluppo fu anche favorita dal grande sviluppo di aziende italiane costruttrici di macchine da cucire, di prospettiva internazionale, prima fra tutte la Necchi. E proprio i modelli di Necchi, oltre alle solite Singer, furono protagonisti...

                         Uno dei modelli a pedale più famosi della Necchi, sul mercato dal 1926

Addirittura, come ancora riporta la Treccani, "Nel decennio 1951-1960 i consumi privati non alimentari vedono un tasso di crescita del 66%: questi dati danno ragione alle forze politiche e imprenditoriali che hanno puntato su uno sviluppo più dinamico."

Insomma, nella sua storia piuttosto complessa, anche in questo periodo l'Italia non è rimasta a guardare e si è rimboccata le maniche per ripartire ancora una volta...

Al prossimo post!

D.M



Sitografia:



Nessun commento:

Posta un commento