giovedì 30 aprile 2020

STEP #12: Innovazione medievale e moderna nel cucire

Nuovo giro, nuova corsa!

Nello step 8 avevamo parlato di come l'attività del cucire si fosse evoluta più o meno velocemente a partire dai primi millenni di esistenza dell'uomo sulla Terra, con una particolare attenzione nei confronti dello strumento che è protagonista proprio di quest'arte: l'ago...

Oggi, in questo step, ci riallacciamo al discorso fatto in precedenza, analizzando come l'essenza del cucire sia entrata nella storia della tecnologia, e in particolare parleremo di essa come protagonista dell'età medievale...

Nel Medioevo lo strumento dell'ago aveva già conosciuto una grande evoluzione, perciò l'ago in acciaio o ricavato dalla spina di agave era già ben conosciuto e utilizzato..

Lo sviluppo del cucire, ora, non si ha più nello strumento principale di cui si serve, bensì negli oggetti che tratta: essendo molti posti isolati, i "sartori" o sarti medievali, venendo spesso da lontano, erano infatti portatori di nuove mode e materiali rari, che nelle culture locali erano assai difficili da conoscere. L'utilizzo di questi pregiati tessuti (seta, lino ecc..) ha quindi rappresentato una vera e propria innovazione nel modo di vestire (in questo periodo, viene dato maggior peso alla differenza tra il modo di vestire maschile e femminile). Non è un caso, il fatto che la figura del sarto acquisti in quest'epoca grande prestigio, occupando un ruolo di spicco nella società..

                                                  Un laboratorio di sartoria medievale

Inoltre, il Medioevo e l'età moderna costituirono un periodo di sviluppo dell'arte del cucire anche nei suoi metodi: si preferiscono ora, come punti base dei ricami, il punto filza, i punti a croce, il punto erba, il punto spaccato e altri, utilizzati inserendo l'ago nelle stoffe sia dal dritto, sia dal rovescio.

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D.M


Sitografia:
  • http://opificium.weebly.com/sarta.html#  
  • http://imagoantiqua.it/tag/cucito/
  •  http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/larte-del-sarto-nel-medioevo/
  • https://emporionecchi.it/cenni-storici-sul-cucito-pt-1/ 

venerdì 24 aprile 2020

STEP #11 - Pericolo virus? Nessun problema, se sai cucire..

Eccoci qui, il 24 aprile 2020, in periodo di pandemia il nostro viaggio non si ferma!


Tutta l'Italia, e consecutivamente tutta l'Europa si trovano ad affrontare un'emergenza epocale, una guerra contro "il nemico invisibile"; parliamo del COVID-19, le cui prime voci si iniziarono a diffondere a novembre del 2019. Inizialmente diffusosi in Cina, il virus è attraccato in Europa, scatenando una vera e propria pandemia...

Come possiamo reagire contro questo rischio?
Tra le misure di precauzione, non vi è solo il mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone, o uscire il meno possibile di casa, bensì ognuno di noi, coi mezzi di cui dispone, sta chiamando sè stesso ad autofornirsi una mascherina, per affrontare al meglio l'emergenza.

E dal momento che le mascherine in commercio oramai scarseggiano, quale migliore occasione di questa, per mettere in risalto l'arte del cucire? ...
Muniamoci di ago, filo, stoffa o altri materiali, eventuale macchina da cucire e via, con un po' di ingegno e fantasia, ecco come affrontiamo il virus!

                        La mia mascherina personale ("naturalmente", non è stata fatta da me :) )

Non solo per sè stesso, ma chi possiede in questo momento la capacità di cucire, si sta rendendo protagonista, in tutta Italia, di una grande iniziativa: cucire mascherine per chiunque ne abbia bisogno. Zero prezzi, nessun debito, solo tanta umanità e buona volontà...

Dal Piemonte alla Sardegna, passando per la Lombardia, per l'Emilia-Romagna e per l'intero Stato italiano, in tantissimi si sono adoperati in questo senso, come si può vedere, ad esempio, dai seguenti articoli:
  • https://www.lastampa.it/cuneo/2020/04/04/news/cosi-nel-cebano-e-nata-la-congregazione-delle-cucitrici-volontarie-per-produrre-le-mascherine-anti-coronavirus-1.38678698
  • https://www.lastampa.it/torino/2020/03/28/news/coronavirus-il-comune-arruola-le-sarte-per-le-mascherine-fai-da-te-1.38649321
  • https://www.sardiniapost.it/cronaca/coronavirus-lappello-per-chi-e-in-casa-sapete-cucire-fate-le-mascherine/
Insomma, in un periodo di grande emergenza come questo, l'arte del cucire riprende un ruolo da assoluto protagonista nella vita dell'uomo, e perfino nella sua protezione, tanto da diventare quasi essenziale per la sua salute...

Al prossimo post!

D.M


venerdì 17 aprile 2020

STEP #10 - Cucire nel cinema

Torniamo con un nuovo step!

Proprio a causa dell'avanzare incessante della tecnologia, probabilmente, il saper cucire è ora una dote tanto più rara quanto più preziosa.
Tuttavia, grazie alla sua preziosità, chi pratica l'arte del cucire come mestiere si trova oggi di fronte a una situazione molto difficile: per produrre più capi e poter percepire un miglior guadagno, le grandi multinazionali si trovano spesso a spostarsi nei Paesi orientali in particolare, in modo da usufruire della manodopera a basso costo, alle volte bassissimo...

Di questa evoluzione si è accorta, purtroppo, anche la malavita, e infatti è questo uno dei temi trattati nel film Gomorra, diretto da Matteo Garrone, e tratto da uno dei romanzi italiani più letti in tutto il mondo, a cura di Roberto Saviano, dal titolo omonimo. Tra i protagonisti del romanzo, e quindi anche del film, vi è Pasquale (interpretato da Salvatore Cantalupo), sarto dal grandissimo talento che operava nell'alta moda, ma in nero e sotto il controllo della camorra...

                                                         Pasquale in una scena del film
                                         
 Così Roberto Saviano presenta Pasquale:
"Quando parlava dei tessuti sembrava un profeta. Nei negozi era pignolissimo, non era possibile neanche passeggiare, si piantava davanti a ogni vetrina insultando il taglio di una giacca, vergognandosi al posto del sarto per per il disegno di una gonna. Era capace di prevedere la durata della vita di un pantalone, di una giacca, di un vestito. Il numero esatto di lavaggi che avrebbero sopportato quei tessuti prima di ammosciarsi addosso."

Una rapida descrizione del personaggio, con video tratti direttamente dal film Gomorra, si può trovare al seguente link:
 https://www.youtube.com/watch?v=3lOYCNCILzY&t=104s

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D.M


Bibliografia e sitografia:
  • Gomorra, Roberto Saviano, Mondadori
  • https://it.blastingnews.com/cultura-spettacoli/2018/08/addio-a-salvatore-cantalupo-lattore-interpreto-pasquale-il-sarto-di-gomorra-002686339.html
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Gomorra_(romanzo) 

venerdì 10 aprile 2020

STEP #09 - Raffigurare il cucire

Ben ritrovati!

Essendo un'attività protagonista della vita dell'uomo e, in particolare, della donna, nella sua esistenza, sono tante le opere d'arte figurativa che ci raccontano i momenti di dedizione nel cucire..
Un'esempio importante lo abbiamo sicuramente nella pittura, come in Marie-Therese Durand-Ruel sewing del famoso pittore francese, considerato uno dei maggiori esponenti dell'Impressionismo, Pierre-Auguste Renoir..
                                       Pierre-Auguste Renoir, Marie-Therese Durand-Ruel sewing, 
                                           1882, ritratto acquistato nel 1935 da Sterling e Francine Clark

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D.M


Sitografia:

  • https://www.clarkart.edu/Collection/5431

STEP #08 - L'antica innovazione nel cucire

Torniamo in pista!

Come affermato in precedenza, l'attività del cucire, nel corso della storia, ha subito tantissime evoluzioni..

In particolare, essendo questa un'azione che affonda le origini fin dai tempi della preistoria, essa ha subìto diversi cambiamenti, nella tecnica e negli strumenti utilizzati.
Gli archeologi sostengono che già nell'età della pietra, in Europa e in Asia, l'uomo cuciva le pelli degli animali e il cuoio per prodursi da sé l'abbigliamento. Più che nella tecnica, nel corso della storia possiamo osservare maggiormente un'evoluzione negli strumenti utilizzati..
Quello che oggi noi chiamiamo "ago", fu fin da subito l'assoluto protagonista dell'azione del cucire, sebbene non sia sempre stato in acciaio (l'ago di acciaio fu introdotto probabilmente intorno al 1370 dagli Arabi, e la produzione degli aghi avveniva prevalentemente in Germania)..

I primi aghi di cui si ha notizia erano realizzati originariamente in ossa e palchi di animali o al massimo in legno, ottenuti dalle cortecce degli alberi, e furono i primi di cui si servì l'uomo per prodursi l'abbigliamento a partire dalle pelli degli animali cacciati. Il cucito nasce, quindi, dal momento in cui l'essere umano ha sentito il bisogno di ripararsi dal freddo e dal vento dei climi rigidi.
In particolare, dopo un periodo iniziale, ben presto egli iniziò a produrre aghi di avorio, ottenuti dalle zanne degli elefanti.
                                       Primi aghi da cucito, in osso e bronzo, di epoca romana

Successivamente, la "tecnologia del cucito" fece un grande passo avanti: con la scoperta dei metalli e della loro lavorazione, si iniziarono a produrre aghi di bronzo, e velocemente si passò all'ago in acciaio ai nostri giorni familiare..

Come nei materiali, abbiamo un'evoluzione dell'attività del cucire anche nella sua tecnica. Diversi sono, infatti, i punti base utilizzati nel ricamo a seconda del tempo: diversi secoli prima di Cristo, erano già utilizzati i punti filza, punto semplice croce elementare e orientale e il gobelin; invece, nel Medioevo si passò ad usare prevalentemente il punto erba, il punto spaccato e il punto catenella..

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D.M


Sitografia:
  • http://www.treccani.it/enciclopedia/ago_%28Enciclopedia-Italiana%29/
  • https://emporionecchi.it/cenni-storici-sul-cucito-pt-1/
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Cucito

lunedì 6 aprile 2020

STEP #07 - Poetizzare il cucire

Ben ritrovati!

Così come nella prosa, anche nella poesia troviamo diverse volte il verbo cucire come protagonista...
Uno di questi casi è la poesia La blusa del bellimbusto, scritta nel 1914 dall'autore russo Vladimir Vladimirovic Majakovskij (1893-1930).

Vladimir Vladimirovic Majakovskij in età giovanile

Considerato uno dei maggiori promotori ed esponenti della rivoluzione bolscevica, oltre ad essere riconosciuto come una delle voci poetiche più rappresentative della Russia, Majakovskij scrisse La blusa del bellimbusto a soli 21 anni.

"Io mi cucirò neri calzoni
del velluto della mia voce.
E una gialla blusa di tre tese di tramonto.
Per il Nevskij del mondo, per le sue strisce levigate
andrò girellando col passo di Don Giovanni e di bellimbusto.

Gridi pure la terra rammollita nella quiete:

"Tu vieni a violentare le verdi primavere!"
Sfiderò il sole con un sogghigno arrogante:
"Sul liscio asfalto mi piace biascicar le parole!".

Sarà forse perchè il cielo è azzurro

e la terra mia amante in questa nettezza festiva,
che io vi dono dei versi allegri come ninnoli,
aguzzi e necessari come stuzzicadenti.

Donne che amate la mia carne e tu, ragazza

che mi guardi come un fratello,
coprite me, poeta, di sorrisi:
li cucirò come fiori sulla mia blusa di bellimbusto."

Il verbo cucire, in questa poesia, presenta quindi una accezione ben più profonda del suo significato letterario… Si tratta del cucire inteso come "suturare", rimandando al concetto di riparazione e risanamento: cucire una ferita, ricucire un rapporto, anche se con difficoltà. La vita dell'autore fu infatti decisamente travagliata: fu protagonista di una passione amorosa per la giovanissima attrice Veronica Polonskaja, la quale si rifiutò di separarsi dal marito, motivo che, aggiungendosi alle delusioni in campo politico, probabilmente portò l'autore a suicidarsi nel 1930...

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D.M


Sitografia:
  • http://www.modaincornice.it/2017/02/19/prospettiva-majakovskij-cucire-non-solo-stoffe-ma-sorrisi/
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Vladimir_Vladimirovič_Majakovskij
  • http://www.catenotempio.eu/2008/10/17/don-giovanni-e-bellimbusto

venerdì 3 aprile 2020

STEP #06 - Leggere e convivere col cucire

Eccoci nuovamente!

Un tempo non esistevano le catene di moda a basso prezzo, e possedere una macchina da cucire per una sarta rappresentava una grande opportunità: cuciture più veloci, più vestiti cuciti nel corso della giornata, maggiore guadagno per coloro che hanno fatto di quest'azione il proprio lavoro.

Proprio questo è il tema trattato dalla scrittrice Bianca Pitzorno, col suo recente romanzo Il sogno della macchina da cucire, della editrice Bompiani.

                                                    La copertina del libro, 2018, ed. Bompiani

Ma il romanzo di Bianca Pitzorno, come può far pensare il titolo, non si limita ad una semplice analisi dell'azione del cucire e del modo di lavorare delle sarte, bensì fornisce, tramite la vita della giovane sarta, protagonista della vicenda, un'attenta descrizione degli usi e delle dinamiche della società italiana (molto probabilmente, il romanzo è ambientato in Sardegna, regione di origine dell'autrice) degli albori del Novecento, mettendo in luce un particolare aspetto, legato proprio al "sogno" di possedere la macchina da cucire: con questo prezioso "strumento", una donna poteva dimostrare di mantenersi da sola col proprio lavoro. In quel periodo infatti, per una donna, vivere da sola significava essere guardata con sospetto, molto spesso portando ad un'accusa di prostituzione..
 La stessa Bianca Pitzorno, in un'intervista presso la sede della casa editrice Bompiani a Milano, ha ribadito questo aspetto...

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D.M


Sitografia:
  • https://www.silenziostoleggendo.com/2018/10/26/recensione-il-sogno-della-macchina-da-cucire/
  • https://www.bompiani.it/catalogo/il-sogno-della-macchina-da-cucire-9788845299032
  • http://www.sulromanzo.it/blog/perche-le-donne-sognavano-una-macchina-da-cucire-intervista-a-bianca-pitzorno  

mercoledì 1 aprile 2020

STEP #05 - Pubblicizzare il cucire

Nuovo passo dell'itinerario!

Nel corso della storia, e in particolare negli ultimi tempi, l'uomo, nelle sue azioni quotidiane, si è visto affiancato e in alcuni casi addirittura sostituito dalle macchine. Questo è anche il caso del cucire, campo nel quale l'uomo stesso è stato protagonista di una delle più famose invenzioni della storia: la macchina da cucire.
Questo strumento, le cui origini dell'invenzione appaiono piuttosto controverse, fu messo in commercio per la prima volta negli XIX secolo negli Stati Uniti, e ha accompagnato l'uomo nell'attività del cucire sino ai nostri giorni.
In particolare, alcune aziende sono diventate note proprio per la produzione di macchine da cucire, come nel caso della Singer, azienda statunitense fondata nel 1851, che negli anni '50 lanciò sul mercato uno dei suoi modelli di macchina per cucire con la pubblicità sotto riportata, che recita lo slogan "big news for summertime sewing" ("grandi novità per il cucito estivo")...

          L'immagine principale della pubblicità, col motto "Big news for summertime sewing"

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D.M



Sitografia:

STEP #04 - Tra arte e mito

Ben ritrovati!

L'importanza dell'azione del cucire trova le fondamenta fin nei primissimi miti delle civiltà antiche. Non risulta strano, di conseguenza, il fatto che questa attività fosse ampiamente rappresentata da diverse divinità egizie, greche e romane.
Ma andiamo con ordine..

Per gli egizi, la dea Neith era originariamente la padrona della terra di Sais, che oggi coincide con la località di Sa el-Hagar, nonchè dea della guerra e della caccia. I suoi simboli erano due frecce incrociate sopra uno scudo e il bastone uadj come scettro di potere. Tuttavia, il simbolo di questa divinità venne anche reinterpretato come un telaio, e così Neith diviene ora dea della tessitura, e in questo modo il suo ruolo venne associato alla protezione delle donne e del matrimonio.

                                              Neith raffigurata in una scultura in altorilievo
                               
Per la mitologia greca, abbiamo diversi miti che hanno proprio il cucire come azione centrale:
  • Le tre Moire: figlie della notte e figlie di Zeus e Temi, erano la personificazione del destino ineluttabile. Il loro compito era tessere il filo del fato di ogni uomo, svolgerlo ed infine reciderlo, segnandone la morte.
  • Arcade: re ed eponimo dell'Arcadia, introdusse la coltivazione dei campi ed insegnò ai sudditi a fare il pane, a filare ed a cucire i vestiti.
  • Dioniso: figlio di Semele, molto amata da Zeus e bersaglio delle gelosie di Era. Quest'ultima, con un inganno, le consigliò di chiedere a Zeus di unirsi a lei. Ma quando lo fece, i tuoni e i lampi di cui il dio era costantemente circondato consumarono la giovane amante. Zeus raccolse il figlio che lei portava in seno e se lo fece cucire nella coscia, tenendolo fino al termine della gestazione.
    Bacchus Richelieu, copia romana di un originale del 300 a.C, Museo del Louvre, Parigi
     
  • Il filo di Arianna: figlia del re Minosse, Arianna si innamora di Teseo, principe di Atene, che non vuole arrendersi al tragico destino che lo avrebbe visto sacrificato per sfamare il Minotauro. Teseo aveva promesso alla fanciulla che, una volta uscito dal labirinto nel quale si trovava il Minotauro, sarebbe fuggito con lei in Grecia. Arianna dona così un gomitolo di lana al giovane, in modo che potesse trovare la via di uscita una volta uccisa la bestia. Tuttavia, una volta scappati da Cnosso, Teseo abbandona Arianna nell'isola di Nasso, non rispettando la promessa fatta.
                 Jean Baptiste Regnault, Arianna consegna a Teseo spada e filo, XVIII-XIX sec.


  •  Atena: secondo il mito, Atena è figlia di Zeus e Metide. Alla notizia del parto di Metide, Rea, madre di Zeus, fa la premonizione che lo stesso figlio venisse spodestato da uno dei suoi figli maschi, proprio come egli aveva fatto col padre Crono. Zeus allora convince con un inganno Metide a trasformarsi in una mosca, per poi mangiarsela; ma Metide sopravvive anche nello stomaco del marito, dove si dedicò a cucire un vestito e a creare armi per la figlia Atena. 
 Principalmente sono due i miti romani legati al cucire, ed entrambi gettano le loro basi nella mitologia greca:
  • Aracne: Ovidio narra la sua storia nel VI libro delle Metamorfosi. Aracne viveva a Colofone, nella Lidia. La fanciulla era molto abile nel tessere, tanto che girava voce che avesse imparato l'arte direttamente da Atena, mentre lei affermava che fosse la dea ad aver imparato da lei. I lavori di Aracne erano così perfetti ed ironici verso le astuzie usate dagli dei per raggiungere i propri fini che Atena si adirò, distrusse la tela e colpì la fanciulla con la sua spola.  
  •                     Jacopo Robusti, Atena e Aracne, 1858, Galleria degli Uffizi Firenze
  • Eirafiote: soprannome di Bacco, divinità romana, dal significato "cucito nella coscia". 
     

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D.M



Sitografia:
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Neith 
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Moire
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Arcade_(mitologia)
  • http://www.formadeltempo.it/2012/04/miti-e-metafore-tessili-il-filo-darianna-la-tela-di-aracne-il-filo-buio-di-ananke/
  • https://primobicchiere.wordpress.com/tag/mitologia-greca/
  • https://mitologiagreca.weebly.com/athena.html#
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Aracne
  • https://books.google.it/books?id=uKNCAQAAMAAJ&pg=PA122&lpg=PA122&dq=cucire+nella+mitologia&source=bl&ots=8VsX8-f1_U&sig=ACfU3U1naUAuRs6oZmgdOr8lzHa69qwYYA&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjX8ev8q7roAhUNIMUKHcWoCRIQ6AEwB3oECAoQAQ#v=onepage&q&f=false
  • https://www.mondogreco.net/mitologia/tessuto_filosofico.htm