giovedì 28 maggio 2020

STEP #20 - Il cucito al servizio dell'esercito

Eccoci ancora una volta!

Come abbiamo ampiamente visto, l'invenzione della macchina da cucire fu molto faticosa e, in un certo senso, discussa; tuttavia, ciò non toglie, e i fatti lo hanno dimostrato, che l'invenzione e il lancio sul mercato di questo prodotto abbia rivoluzionato il settore tessile e la produzione mondiale di capi di abbigliamento, e non solo...


In particolare, oggi voglio aprire una piccola parentesi riguardante un determinato "capo di abbigliamento", la cui produzione, con l'invenzione della macchina da cucire, ha tratto grossi vantaggi fin dai primissimi tempi: l'uniforme dell'esercito.
Dando uno sguardo allo step #14, abbiamo visto che i primi a beneficiare dell'innovazione della macchina da cucire furono i francesi. Thimonnier, infatti, nel 1830 brevettò il suo primo prototipo, capace di eseguire 200 punti al minuto, istituì la prima fabbrica attrezzata con la nuova macchina e iniziò a confezionare uniformi militari

                                   Rappresentazione di un ufficiale di fanteria francese del 1830

Purtroppo, come sappiamo, la vicenda di Thimonnier non fu in seguito molto fortunata, ma nonostante ciò, anche a distanza di molti decenni, il binomio macchina da cucire-esercito rimase ben saldo; ne sono un esempio l'esercito britannico nella Prima Guerra Mondiale, dove possiamo vedere all'opera uno dei primi modelli Singer...


                         Un sergente britannico prende le misure per le uniformi militari delle reclute

...e l'Esercito Italiano negli anni della spedizione libica, con la macchina Singer ancora una volta protagonista...


               Pubblicità italiana della macchina da cucire Singer: "La macchina Singer al campo"

Insomma, quello tra cucito e esercito è un legame che col tempo è diventato molto forte, a testimonianza, ancora una volta, di come l'invenzione della macchina da cucire abbia rivoluzionato la produzione tessile.


Al prossimo post!

D.M



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mercoledì 27 maggio 2020

STEP #19 - Il cucito e la chirurgia: collegare in diversi sensi

Ben ritrovati!

Oggi parliamo del cucire sotto un punto di vista "scientifico". La scienza e le discipline scientifiche, come ben sappiamo, sono grandi protagoniste nella nostra vita di tutti i giorni, e sono essenziali per la cultura, per la sopravvivenza e per la cura dell'uomo. Ebbene, e tra queste discipline, ce n'è una che ha qualcosa a che fare, anche in senso metaforico, col verbo cucire?


Abbiamo una risposta piuttosto convincente: la chirurgia.
Per definizione, come riporta la Treccani, con "chirurgia" si intende quel ramo della medicina che comporta l'intervento sul paziente con atti manuali o con operazioni strumentali, per lo più cruente...
Ed ecco, soffermerei l'attenzione sugli "atti manuali", perchè la manualità è un ingrediente di base del cucito, sebbene ora, chi cuce, sia assistito in buona parte dalla macchina da cucire; ma anche sulle "operazioni strumentali", in quanto, chi cuce a mano, utilizza uno strumento molto semplice in forma quanto delicato da usare, come l'ago...

                                          Immagine rappresentativa di chirurghi all'opera

Oltretutto, il verbo cucire, abbiamo visto, ha un significato metaforico di "collegamento". In questo si può pensare anche alla chirurgia plastica, che, come riporta ancora la Treccani, è quel settore della chirurgia che si occupa della ricostruzione o della modificazione di parti difettose o mancanti del corpo umano. Come la chirurgia plastica, quindi, ricollega parti del corpo umano, ricostruendole, anche il cucire ricollega parti dei tessuti, per ricostruire i capi...


Al prossimo post!

D.M



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martedì 26 maggio 2020

STEP #18 - Quando la passione per il cucito diventa un bene comune...

Ben ritrovati nel blog, riprendiamo il nostro cammino!

Con il passo di oggi ci allacciamo, in parte, allo step 11. Avevamo infatti parlato di come l'arte del cucire, in questo periodo di pandemia da COVID-19, abbia dimostrato e stia dimostrando anche ora di essere una grande capacità, una grande risorsa per la sicurezza dell'uomo. E così, come già detto nello step, in tanti, con buona volontà e un pizzico di fantasia, hanno pensato di cucire delle mascherine per poterle regalare agli amici o anche a chiunque ne avesse bisogno..


Ma in particolare, tra questi numerosi casi, ce n'è uno particolarmente curioso: siamo in Lombardia, provincia di Monza e Brianza per la precisione..è la vicenda che ha come protagonista un ex tappezziere; parliamo di Luigi Crotti, detto Gino, il quale, dopo un'intera vita dedicata alla lavorazione di pelli e tessuti, iniziata a soli 12 anni, oggi, quando di anni ne ha ben 82, non è di certo rimasto con le mani in mano e ha approfittato anche lui del periodo di difficoltà per confezionare mascherine di cotone per regalarle ad amici e familiari

                                La testata dell'articolo di il Cittadino mb, 14 aprile 2020

Macchina da cucire, dedizione e tantissima buona volontà. Insomma, il signor Crotti ci dimostra che l'Italia non sta con le mani in mano nei periodi di difficoltà, e in particolare, la passione per il lavoro non finisce mai...


Al prossimo post!

D.M



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martedì 19 maggio 2020

STEP #17 - Cucire dalla A alla Z

Torniamo con un nuovo passo, stavolta un po' particolare!

Domanda particolare: ma dopo tutti questi post e questi progressi fatti nel nostro viaggio, è possibile riassumere, in poche, ma significative, parole, il nostro verbo dalla A alla Z? Probabilmente sì, ed è questo lo spunto al quale ho pensato, post dopo post, in questo abbecedario..


A come ago
B come brevetto
C come collegamento
D come donna
E come elettricità
F come filo
G come gobelin
H come Howe
I come innovazione
L come localizzare
M come mercato
N come Necchi
O come oggi
P come pubblicità
Q come Quirinale
R come Regnault
S come Singer
T come Thimonnier
U come USA
V come vestire
Z come zig-zag

Al prossimo post!

D.M

venerdì 15 maggio 2020

L'eccellenza italiana nel mercato del cucito: la Necchi

Nuovo giro, nuova corsa, altro piccolo approfondimento nel nostro percorso!

Abbiamo visto che il mercato della macchina da cucire, a seguito della sua prima comparsa nel 1851, conosce un periodo di grande crescita, in particolare nella prima parte del XX secolo. Così come negli Stati Uniti e in Germania, in questo periodo, anche le aziende italiane si rimboccano le maniche e si inseriscono nel panorama della produzione di macchine da cucire, con risultati assolutamente degni di nota..


La prima a muoversi in questa direzione, anche prima del XX secolo, fu la Salmoiraghi, che lanciò il suo primo prototipo nel 1877.
Tuttavia, il periodo d'oro del mercato del cucito italiano matura in particolare nei primi decenni del XX secolo, portando principalmente un nome: Necchi.

L'azienda pavese Necchi, fondata nel 1835, inizialmente operava nel settore siderurgico, ma nel secolo successivo, con l'amministrazione di Vittorio Necchi, figlio del fondatore dell'azienda Antonio, iniziò a produrre macchine da cucire, lanciando nel 1919 il primo prototipo..
In seguito, nel 1932, fu messa a punto la prima macchina per cucire per uso domestico con cucitura "zig-zag", la "BU", prodotta proprio dalla Necchi.

                                        La BU, prodotta dalla Necchi a partire dal 1932

Finita la Seconda Guerra Mondiale, nel 1954, ecco che spunta un nuovo modello di Necchi che farà la storia del cucito, la "Supernova", prodotto al quale fu assegnato il premio Compasso d'Oro. Questa nuova macchina da cucire risultava molto efficiente anche grazie alle memorie meccaniche che guidano l'esecuzione dei ricami..


                                         La Necchi Supernova, Compasso d'Oro nel 1954

Nemmeno il tempo di festeggiare, e solo tre anni più tardi, nel 1957, un altro nuovissimo modello della Necchi, la "Mirella", vince anche esso lo stesso premio, a testimoniare il periodo di enorme sviluppo che l'azienda vive negli anni '50..


                        La Necchi Mirella, prodotta a partire dal 1956, e Compasso d'Oro nel 1957

In seguito, la produzione Necchi continuò per questa strada, conservando ancora oggi una salda fetta del mercato internazionale delle macchine da cucire.


Al prossimo post!

D.M



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STEP #16 - Isaac Singer: l'inventore "forzato" e contestato..

Eccoci ancora una volta, riprendiamo il nostro viaggio!

Nella storia del cucire, c'è una persona in particolare che può essere considerata come "testimonial" di questa famosa azione? C'è chi, più di tutti, merita un approfondimento a parte, tra gli uomini e le donne della storia del cucito? Ebbene sì, sebbene siano tante le persone che, in tanti modi, hanno dato fama e innovazione a quest'arte, sicuramente un ruolo di spicco, può essere assegnato a un nome notissimo ancora oggi: Isaac Merritt Singer..

                                                  Isaac Merritt Singer, in un celebre ritratto

Sebbene la sua azienda, che porta lo stesso suo nome, sia stata diverse volte citata nelle parti precedenti del nostro percorso, la persona di I.M Singer merita di ricevere una piccola parentesi in più, con una particolare attenzione verso una vicenda legata proprio alla sua "invenzione": la macchina da cucire.

Come già detto in precedenza, la Singer S.p.a, nel 1851, lancia sul mercato la prima macchina da cucire. Tuttavia, molto probabilmente, lo stesso Singer, nella creazione del suo prodotto, si avvalse di basi e di elementi già pensati e progettati da altri che, prima di lui, avevano creato dei prototipi, per un motivo o per un altro fallimentari, di macchina da cucire. Tra questi vi era anche l'americano Elias Howe, il quale denunciò Singer accusandolo di aver violato il suo brevetto. La risposta di Singer fu che rivise, per la sua invenzione, i disegni fatti da Walter Hunt, mentre al contrario era stato Howe a violare il suo brevetto. Il processo vide come vincitore Elias Howe, ma ciò non bastò per fermare l'ascesa nel mercato internazionale del nuovo prodotto della Singer.

Proprio per questo, pur potendo affermare senza troppi dubbi che la sua non fu precisamente un'invenzione, quanto una riprogettazione sulla base di diversi progetti di altri inventori, Isaac Merritt Singer ha comunque tutte le carte in regola per essere almeno uno dei testimonial del verbo cucire..

Al prossimo post!

D.M


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STEP #15 - Dal pedale all'elettricità: l'innovazione del XX secolo

Ben ritrovati!

In uno dei precedenti step, avevamo parlato dei primi prototipi di quella che oggi chiamiamo "macchina da cucire", la cui invenzione fu davvero faticosa e travagliata. Ma ecco che, una volta diffusi i primi modelli della Singer sul territorio nazionale prima, e internazionale poi, questo strumento trova nel XX secolo un periodo di grande fama..

Ormai in quasi tutto il mondo conoscono la macchina da cucire, tanto che molte aziende iniziano ora a rimboccarsi le maniche, lanciando sul mercato i loro primi prototipi..

Fu così che iniziò un'epoca d'oro per la macchina da cucire, la cui egemonia sul mercato, nonostante la concorrenza, fu tenuta piuttosto salda dalla Singer.

Proprio l'azienda statunitense, dopo la metà del XX secolo, fece un'ulteriore passo in avanti, aggiornando i suoi prototipi con nuove tecnologie presenti ancora oggi nelle macchine più recenti: nel 1975 fu lanciata sul mercato la nuova Athena 2000, prima macchina da cucire elettronica al mondo

                                   Singer Athena 2000, prodotta per la prima volta nel 1975

La novità riguardava quindi il tipo di movimentazione di queste nuove macchine: l'elettricità. Grazie a questa ulteriore innovazione, l'utilizzo della macchina da cucire diviene ora più comodo e preciso..


Al prossimo post!

D.M



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mercoledì 13 maggio 2020

Cucire...con il sillogismo

Eccoci ancora sul blog, ecco un nuovo approfondimento!

Qualcuno di voi ricorderà sicuramente qualcosa di filosofia; tra questi, pochi probabilmente ricorderanno bene un certo Aristotele...
Sì, va bene, ma Aristotele cosa c'entrerà mai con il cucire?
Ebbene, uno dei punti base del pensiero aristotelico si basava sulla logica, come scienza del logos, ossia del pensiero in quanto viene espresso. E allora, arriviamo al dunque, una parte della logica è basata sul famoso "sillogismo", il cui significato, per la Treccani è: 
"fondamentale argomentazione logica, costituita da tre proposizioni dichiarative connesse in modo tale che dalle prime due, assunte come premesse, si possa dedurre una conclusione

                                               Immagine rappresentativa del "pensiero"

Pensandoci bene, quindi, con questo stiamo implicitamente dicendo che si possono cucire non solo i tessuti e i territori, ma anche i pensieri e le affermazioni. Parto dalle premesse A e B, per arrivare alla conclusione C, tramite un ragionamento logico, che arriva, guarda un po', a "cucire" le premesse alla conclusione.
Ogni giorno scopriamo qualche significato nascosto del nostro verbo...


Al prossimo post!

D.M



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mercoledì 6 maggio 2020

STEP #14 - Un primo assaggio del successo della macchina per cucire: l'inizio dell'Ottocento

Eccoci ancora una volta!

Avevamo chiuso lo scorso step quando si cominciarono a vedere i primi sviluppi di una macchina progettata per cucire; sviluppi che, nell'Ottocento, furono presi in mano da altri inventori, che resero questo secolo determinante per l'invenzione che oggi conosciamo come "macchina da cucire".

Prima di arrivare alla fase "stabile" dell'invenzione della macchina da cucire, tale evento dovette prima vivere un periodo di confusione, tanti tentativi e altrettanti fallimenti..

Dopo i primi fallimenti, arriva, però, un primo grande successo, che rappresenterà in seguito una rampa di lancio per gli studi degli inventori statunitensi e per l'ascesa dell'azienda Singer: siamo in Francia, quando nel 1830, Barthélemy Thimonnier ideò una macchina che creasse il noto punto a catenella a partire da un filo e un ago uncinato.
                                                    La macchina da cucire di Thimonnier

L'invenzione, almeno all'inizio, fu un vero successo; la macchina iniziò ad essere impiegata nelle prime industrie tessili francesi; era così efficiente e veloce che fu usata per la produzione delle uniformi dei militari francesi. Tuttavia, unico motivo di disfatta della macchina di Thimonnier, fu la rivolta dei sarti parigini, i quali, impauriti dalla spietata concorrenza, invasero le officine con le nuove macchine da cucire e le appiccarono fuoco.. Thimonnier, visto il pericolo e la perdita della sua preziosa invenzione, fu costretto a scappare..
Il resto è storia..

Al prossimo post!

D.M



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STEP #13 - Il primo brevetto di una "macchina per cucire": il Settecento

Ben ritrovati nel blog!

Con il post di oggi ci concentriamo sul Settecento, secolo di grande progresso e di grandi invenzioni, e che ha come sfondo un grande evento, che caratterizzerà la vita dell'uomo negli anni a venire: la prima rivoluzione industriale.


Tra le invenzioni più importanti di questa prima rivoluzione, che prende avvio proprio nella seconda metà del '700, abbiamo strumenti come la spoletta volante e la macchina a vapore; ma proprio il termine "macchina" ci deve far pensare a una macchina in particolare, che sino ad adesso ha evidentemente rivestito un ruolo di protagonista nel nostro viaggio: la macchina da cucire.

Ebbene sì, con il grande sviluppo del settore tessile-metallurgico, si gettano le prime idee per l'invenzione di un meccanismo che producesse cuciture. Siamo ancora lontani alla macchina che oggi possiamo trovare in vendita, ma nel 1755, Fredrick Weisenthal fu il primo a depositare un brevetto, dal nome "Ago progettato per un macchinario" per la prima idea di questo strumento, sebbene tale brevetto non contenga alcuna descrizione di una macchina, ma rende evidente la necessità di crearne una..
                                                     Il fisico tedesco Charles Wiesenthal

A dare un seguito all'idea di Weisenthal fu, qualche decennio più tardi, fu l'inglese Thomas Saint, conosciuto come il primo designer della macchina da cucire.


Al prossimo post!

D.M



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sabato 2 maggio 2020

La Madonna del cucito

Ben ritrovati, con questo nuovo approfondimento nel bel mezzo del nostro viaggio!

Come già detto e constatato, l'arte del cucire è stata ed è anche oggi un'attività assai importante nella vita dell'uomo, condizionando in molti casi anche la sua salute e sopravvivenza..


Tante volte abbiamo visto, nelle arti figurative, rappresentata, l'attività del cucire. Ma in particolare, spingendosi nella curiosità, abbiamo ancora una volta la dimostrazione di come quest'arte sia preziosa, nel fatto che una delle sue rappresentazioni si trovi niente meno che in un affresco del Palazzo del Quirinale, residenza del Presidente della Repubblica e uno dei simboli dello Stato Italiano..
Stiamo parlando della "Madonna del cucito", affresco ad opera di Guido Reni, risalente agli anni 1609-1611

Madonna del cucito, Guido Reni, Palazzo del Quirinale, Roma, 1609-1611, tecnica ad affresco, 210*200 cm

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D.M



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Ricucire il Paese dopo l'Unità

Nuovo passo del nostro viaggio, ma stavolta, non uno step!

Col post di oggi, apriamo una piccola parentesi, che tratta il verbo cucire nel suo significato figurato, quello del collegamento. In particolare, facciamo ora riferimento a una "vecchia storia", riguardante il nostro Paese nel periodo subito successivo all'Unità, avvenuta nel 1861.


Come ben sappiamo, il territorio italiano, prima di quel famoso anno, era suddiviso in tanti, più o meno piccoli, stati. Una volta uniti, di conseguenza, i territori del Paese erano tra loro piuttosto scollegati, tanto è che uno dei maggiori problemi da affrontare per migliorare l'Italia subito dopo essere stata unita, fu proprio quello di ricollegare, "ricucire" le varie parti del territorio italiano. Si pensò quindi di rafforzare i collegamenti tramite quella che al momento era considerata la principale delle infrastrutture: la ferrovia. E fu così che, non senza fatica, l'Italia unita politicamente, cominciava ad essere unita anche territorialmente..

Di sotto, riporto un frammento del volume 6, pagina 397 dell'Enciclopedia Treccani che ben attesta questa situazione:
"Quando nel 1861 i nuovi governanti dell’Italia unita si apprestarono a mettere mano alla riorganizzazione di quella che veniva considerata, non a torto, l’infrastruttura principale, i difetti ereditati dall’epoca
preunitaria si fecero sentire in maniera pesante, condizionando, in certi casi fino a oggi, la fisionomia del
sistema ferroviario del Paese. Non esisteva ancora sulla penisola una vera rete organica, ma soltanto una serie di subsistemi regionali scollegati fra loro che biso -
gnava ricucire, affidando alle ferrovie il compito di
favorire l’integrazione fra le varie economie regionali. Per questo fin dai primi anni del nuovo Regno vennero progettate alcune grandi direttrici da Nord a Sud
per avvicinare le zone del Paese ancora distanti."


Al prossimo post!

D.M


Bibliografia:



  • Enciclopedia Treccani, Volume 6